DIASTASI ADDOMINALE
La diastasi addominale consiste nella separazione dei muscoli retti addominali a causa del cedimento della linea alba.
Si considera fisiologica una distanza di 15mm all’altezza del processo xifoideo (sotto allo sterno), dai 22 ai 30mm sopra l’ombelico e da 16 a 20 sotto ombelicali. [1]
AUTOVALUTAZIONE E VALUTAZIONE
Per poter avere un’idea dell’entità della diastasi è possibile fare un’autovalutazione:
- Posizionarsi supini con le ginocchia leggermente flesse e i piedi appoggiati al pavimento;
- Posizionare le dita appena sopra l’ombelico sulla linea mediana, parallele alla linea della vita.
- Contrarre i muscoli addominali sollevando di qualche cm la testa senza avvicinare il mento allo sterno e ricercare con le dita appoggiate i bordi dei due muscoli retti. La distanza in cm così rilevata rappresenta grossomodo l’entità della diastasi.
- Ripetere la misurazione posizionando le dita appena sotto l’ombelico.
Per avere un misurazione più precisa è necessario fare, in base alle indicazioni del medico curante, un’ecografia dei tessuti molli o muscolo tendinea, la TC senza mezzo di contrasto o una RMN senza mezzo di contrasto.
QUALI SONO I SINTOMI CORRELATI ALLA DIASTASI
- Problematiche funzionali: la diastasi può essere accompagnata da prolassi a livello pelvico. Non ci sono invece correlazioni con problematiche di incontinenza urinaria anche se le due condizioni possono coesistere. [2]
- Dolore: è presente soprattutto a livello lombo sacrale e tra gli uomini è abbinato spesso ad un alto indice di massa corporea [10, 13]. Nelle donne nel post parto il mal di schiena non sembra essere strettamente correlato alla diastasi ma può essere presente indipendentemente [3]. È comunque importante fare una valutazione fisioterapica in modo da poter impostare un programma riabilitativo corretto fin dalle prime fasi.
- Problematiche estetiche: spesso la presenza di diastasi è accompagnata da addome prominente e dalla “pinna” visibile durante un crunch addominale e/o un’estensione del tronco. Questi tratti non sempre sono però presenti: persone molto magre e molto toniche possono non presentare nessun dimorfismo e la diastasi è visibile solo alla contrazione della muscolatura addominale.
CHI è SOGGETTO A DIASTASI?
La diastasi può riscontrarsi sia nella popolazione maschile che in quella femminile e nei bambini.
Le più colpite sono le donne specialmente nel post parto. Durante la gravidanza l’allontanamento dei retti avviene fisiologicamente per far spazio al progressivo aumento di volume dell’utero. La linea alba dovrebbe tornare alle condizioni pre gravidanza entro i 12 mesi post parto ma ciò non sempre avviene.
Nei neonati o nei bambini la diastasi può riscontrarsi a causa della ridotta attività dei muscoli addominali. Di solito scompare spontaneamente. Talvolta i neonati possono sviluppare anche un'ernia ombelicale probabilmente dovuta alla trazione del diaframma sulla linea alba [4].
Negli uomini solitamente è associato all'aumento dell'età (50-60 anni), alle oscillazioni del peso, al sollevamento di pesi e alla debolezza congenita dei muscoli addominali. [5].
FATTORI DI RISCHIO
I maggiori fattori di rischio riscontrati sono: gravidanza (cambiamenti ormonali, aumento volume uterino, antiversione del bacino e aumento pressione addominale), taglio cesareo, multiparità, macrosomia fetale, difetto congenito del collagene, importante perdita di peso spontanea o post chirurgia bariatrica, interventi addominali [6,7,8,9].
Fattori non correlati: indice di massa corporea pre gravidanza, aumento di peso, circonferenza addominale, sollevamento pesi e l’esercizio regolare [10, 11].
RIABILITAZIONE NELLA DIASTASI ADDOMINALE
Uno dei cardini della riabilitazione in caso di diastasi è il rinforzo del CORE; si è visto che il suo allenamento è efficace sia per ridurre la separazione dei retti addominali che per migliorare la qualità di vita dei pazienti [12].
Il core è costituito dalla muscolatura addominale, dal diaframma, dai muscoli del pavimento pelvico, dal multifido e dagli erettori spinali. Ha una funzione di stabilizzazione della parte centrale del corpo permettendo un migliore movimento e una migliore performance; contribuisce inoltre alla continenza sia urinaria che fecale. Questo sistema ha bisogno del corretto funzionamento di tutti i suoi elementi e se uno di questi va in disfunzione (come ad esempio nel caso della diastasi) risulta poi più difficile recuperare gli altri.
MODALITA’ DI INTERVENTO
L’intervento può essere conservativo o chirurgico. In base all’entità della diastasi e alle sue ripercussioni sulla vita quotidiana a livello funzionale ed estetico viene deciso quale delle due strade intraprendere.
- Approccio conservativo: viene effettuato solitamente in caso di diastasi inferiore ai 3 cm e/o nel caso in cui per diversi motivi si escluda la possibilità di un intervento chirurgico. Può comprendere esercizi di respirazione, esercizi posturali, ginnastica ipopressiva, tape kinesiologico. È bene che il percorso sia personalizzato e seguito da un fisioterapista specializzato nell’ambito. Obiettivo finale del percorso è di ridurre diastasi di lieve entità ed evitare un peggioramento nel caso di diastasi più importante e soprattutto di risolvere la sintomatologia dolorosa.
- Approccio chirurgico: al di là delle tecniche utilizzate è bene che sia accompagnato anche da un percorso fisioterapico: prima dell’intervento per migliorare la consapevolezza e la capacità di reclutamento della muscolatura addominale; nel post per il trattamento della cicatrice, il drenaggio dei liquidi, l’allenamento e il rinforzo muscolare. Si è visto inoltre che l’intervento di addomioplastica, oltre ad agire a livello estetico, migliora anche sul piano funzionale i sintomi di incontinenza urinaria e dolore lombare [13].
La diastasi sovra ombelicale è di pertinenza chirurgica, non è possibile risolverla con un approccio conservativo che può comunque aiutare ad evitarne un peggioramento.
BUONE PRASSI
Sono da evitare in caso di diastasi e in ogni caso in gravidanza e nell’immediato post parto esercizi che aumentano la pressione addominale, come ad esempio i crunch addominali e gli esercizi che sollecitano eccessivamente il pavimento pelvico come ad esempio corsa e salti.
Nonostante la diagnosi vera e propria di diastasi addominale venga fatta ad un anno dal parto è bene iniziare precocemente con una valutazione e con un piano personalizzato di esercizi.
Nei primi 3 mesi post parto: indicazioni posturali
- tenere in braccio il bambino facendo attenzione al controllo del proprio baricentro
- alzarsi dal letto passando dalla posizione sul fianco evitando di sovraccaricare i muscoli addominali
- esercizi per reclutare correttamente il muscolo trasverso addominale con posture e respirazioni facilitanti
- in caso di taglio cesareo: trattamento della cicatrice
- valutazione pavimento pelvico dopo i 40 giorni post parto
dal 3 mese post parto è possibile iniziare un percorso di ginnastica ipopressiva che attraverso il mantenimento di posture e respirazioni permette di ridurre lo spazio tra i retti addominali
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